.... sulla triste scomparsa di ieri del famoso collaudatore delle automobili da corsa sviluppate dall’Autodelta per Alfa Romeo, Teodoro Zeccoli, vorrei condividere con voi le parole di uno storico dell'Alfa Romeo e Autodelta, e attento osservatore degli eventi del Periodo successivo alla seconda guerra mondiale.
Vladimir è lo storico senior di Autodelta Golden Years.com, sito web di storia dell'Alfa Romeo .... www.AutodeltaGoldenYears.com, e condivide con tutti noi il rispetto e l'ammirazione per il lavoro svolto dal Sig. Zeccoli nel corso dei decenni con Autodelta Alfa Romeo.
- - Robert
Vladimir scrive:
"Di recente, avevo espresso a Robert il desiderio di dedicare qualche parola a Teodoro Zeccoli nel suo sito web di Autodelta Golden Years. Mi sembra incredibile che sia arrivato così all'improvviso quel giorno... l'ora dell’eterno addio.
"Un altro Maestro ha lasciato per sempre i circuiti e le piste che conosciamo, in cerca dei paddock celesti. A volte, è difficile trovare le parole giuste al congedo. Troppi ricordi, troppe parole e sentimenti da esprimere. Rimaranno per sempre parte della nostra vita su quella nave che sta lasciando il porto.
"Il mondo delle corse ricorderà Teo Zeccoli come un ottimo pilota, una persona gentile e colta, nata con un talento estremamente raro, che è la capacità di ascoltare e comunicare con i motori.
"Lui, in un certo senso, era l'alter ego, una sorta di estensione dei sensi fisici di Carlo Chiti, onnipotente Signore nel regno dell'Autodelta, l'unico uomo di cui Chiti si fidava ciecamente, ed anche consigliere indispensabile in numerose soluzioni tecniche che il grande "Chitone" ha dovuto sottoscrivere.
"Zeccoli era un pilota raffinato e sofisticato ed aveva incredibile senso di catturare ogni dettaglio nella complessa realtà dello sviluppo del motore e del telaio da corsa.
"Meglio, molto meglio di qualsiasi banco di prova... poteva indicare i punti deboli del motore, spiegare i problemi e consigliare le soluzioni. Come pilota, non era secondo a nessuno e delle volte solo il suo rispetto per il mezzo meccanico interferiva, impedendogli di chiedere di più delle attuali possibilità del motore.
19 giugno 1965 24 ore di Le Mans. Teo Zeccoli combatte con decisione la battaglia lunga due ore per rientrare in gara. Courtesy Centro Documentazione Storica Alfa Romeo.
Lo spirito battagliero di Zeccoli non cede... nonostante le scarse probabilità ... alla fine la TZ viene ufficialmente ritirata. Courtesy Centro Documentazione Storica Alfa Romeo.
“Lo ricordo ancora in piedi e solo in mutande, sconsolato accanto alla sua vettura finita fuori pista, arenata in un banco di sabbia...Ha sacrificato la sua tuta da guida nel tentativo di dare aderenza alle ruote posteriori della sua TZ nel disperato tentativo di tornare in pista.
"Questo era vero Teo Zeccoli, ed è per questo che in ogni Alfa Romeo da corsa, dove il tocco di Teo ha lasciato la sua impronta indelebile durante ore e ore di test ... ogni vittoria deve un po’ alle sue capacità di portare alla perfezione lo sviluppo della vettura, ed al suo grande cuore.
“Ero consapevole dei suoi recenti problemi di salute, anche se, come sempre, cerchiamo di nascondere a noi stessi il reale grado dell’incombente pericolo.
“Ma caro Teo, tu eri già immortale per ogni vero Alfista, e sarai ricordato sempre come membro presente della nostra grande Famiglia.
"Riposa in Pace Dorino"
Vladimir Pajevic
Intervista a Teo Zeccoli
Storia di Mr. Graham Gauld
Copyright Graham Gauld 2001
Questa preziosa intervista condotta nel 2001 è stata fornita a noi grazie alla cortesia dello scrittore Mr. Gauld e alla preziosa collaborazione di Pete Vack, Editor di VeloceToday.com.
--Robert
Nell'ordine alfabetico dei piloti del mondo, Teodoro Zeccoli arriva da qualche parte verso la fine. È un pilota di cui tutti abbiamo sentito parlare, per via delle sue particolari imprese con l'Alfa Romeo, ma è molto di più di un giovane italiano cresciuto con la voglia di fare il pilota; Zeccoli è stato uno dei collaudatori preferiti di Carlo Chiti. Oltre ad essere uno dei presidi di Chiti all'Autodelta, è stato anche il collaudatore del bad-egg di Formula 1 di Chiti, l'ATS.
Zeccoli faceva parte di un gruppo di giovani star italiane nate negli anni '60 che comprendeva Spartaco Dini, Ignacio Giunti, Roberto Bussinello e Nanni Galli.
L'ho incontrato una decina di anni fa nella sua elegante concessionaria BMW a Imola, a breve distanza dal circuito Enzo e Dino Ferrari. Sebbene sulla settantina, alto ed elegante, Zeccoli all'inizio era perplesso che qualcuno volesse sapere delle sue corse, ma era chiaro che i suoi anni di corse gli erano cari.
La parete posteriore della sua concessionaria aveva una serie di trofei, fotografie e certificati che evidenziavano la sua carriera agonistica. C'erano diplomi dell'Automobile Club di Milano che lo nominavano Campione Italiano di Auto Sportive 1600cc nel 1966 (Abarth), Campione di Auto Turismo nel 1970 (Alfa Romeo) e Campione di Auto Sportive nel 1971 (Alfa Romeo) e fotografie di lui che correva in tutto il mondo.
Nato nel 1929 a Lugo, vicino a Imola, Zeccoli non aveva voglia di unirsi al padre nell'azienda di famiglia - che produceva selle per motociclette - ma aveva la passione per le corse.
La sua prima macchina da corsa fu una Ermini Fiat 1100TV con carrozzeria Zagato che corse con successo in salite e gare nel 1957.
Successivamente ebbe una Fiat 8V Zagato che acquistò di seconda mano da un concessionario Fiat locale, e fu tale il suo successo negli eventi che fu contattato dal Sig. Dei della Scuderia Centro Sud che gli propose di guidare una OSCA MT4 nel Gran Premio di Liberazione all'Avana, Cuba.
Questa corsa è stata organizzata da Castro per celebrare il rovesciamento del governo cubano. Zeccoli è arrivato 9 ° di classe alla guida di una OSCA MT4 (telaio 1179), Tipo S 1500.
Agli inizi, Zeccoli è stato avvicinato da Enzo Ferrari, ma non ne è venuto fuori nulla. Ha firmato invece per l'Abarth, che aveva un fitto programma di eventi, in particolare le salite, che gli sono piaciute.
Zeccoli ha trascorso due anni come pilota ufficiale con Abarth.
Driver di prova ATS
In questo periodo Carlo Chiti offrì a Teodoro Zeccoli sia il posto di collaudatore ATS vetture GT, sia per la ATS Grand Prix.
Mentre Zeccoli era impegnato con le Abarth, l'Ing. Chiti fu coinvolto nella famosa rivolta di palazzo alla Ferrari, quando alcune delle persone chiave furono licenziate da Enzo Ferrari.
Due di loro erano l'ingegnere e progettista Carlo Chiti e il suo team manager Romolo Tavoni. Un altro era Gerolamo Gardini, Direttore Commerciale.
Ing. Chiti in cerca di un posto per tutti e tre si avvicinò a un trio di industriali guidati dal Conte Volpi, che comprendeva anche industriale Giorgio Billi e il milionario Boliviano Jamie Ortiz Patino con ambizioso piano di progettare e costruire non solo un'auto GT ma anche una vettura da Gran Premio per la stagione 1963.
Sulla strada per produrre queste automobili, c'erano molti ostacoli.
Billi era il socio maggioritario, ma Conte Volpi voleva che le automobili si chiamassero Serenissima, già il nome della sua scuderia da corsa. Lunghe e molteplici dispute si sono concluse con il ritiro di Volpi dal gruppo quasi prima che iniziassero seri lavori di progettazione e lo sviluppo.
L'azienda sotto il nome dell’Automobili Turismo e Sport o ATS, partì con la costruzione di un ambizioso stabilimento alle porte di Bologna. In un momento della fase iniziale Billi è stato contattato dall'Alfa Romeo che offriva all’ATS di rilevare il programma sportivo automobilistico Alfa Romeo, ma Billi voleva andare per la propria strada.
Nonostante questi problemi, per l'Ing. Chiti tutto sembrava quasi troppo bello per essere vero e si è subito messo all'opera con il suo solito smisurato entusiasmo, anche se lavorava in una capanna provvisoria nel cortile del cantiere.
Nel 1963 la prima ATS GT fu esposta al Salone di Ginevra e la vettura per Gran Premio, lo stesso mese a Monza.
Il problema di scegliere il pilota per la vettura di Gran Premio è all’improvviso stato reso semplice. All’inizio della stagione, Enzo Ferrari aveva licenziato tutti i suoi piloti.
Teodoro Zeccoli aveva poco da dire al riguardo. In realtà ha fatto pochissimi test sulla vettura da Gran Premio, ma ha contribuito nel persuadere Billi che una versione alleggerita della vettura GT 2500cc poteva andare bene nel campionato GT. Due delle vetture si presentarono alla Targa Florio in quell'anno, una guidata da Piero Frescobaldi e Giancarlo Baghetti e l'altra da Zeccoli e Paolo Gardi… ma nessuna delle due vetture finì.
Più tardi, nel corso della stagione, una delle vetture è stata ceduta in prestito all'ex meccanico di Stirling Moss, Alf Francis, che l'ha iscritta per la 12 ore di Reims con Zeccoli e il portoghese Mario Cabral. La squadra è rimasta coinvolta in un incidente stradale e l'auto non è arrivata. Era la sua ultima apparizione come ATS.
Quello che Zeccoli disse e che la ATS è stata la macchina promettente ma il blocco cilindri in alluminio era sempre molto fragile e il budget era tale che c'erano sempre problemi nel racimolare denaro necessario.
Nel 1964 Zeccoli corse a Le Mans con Roger Masson sulla sua Renault Alpine e fece alcune gare guidando questo marchio, ma presto sarebbe ritornato con l'Ing. Chiti per imbarcarsi in un’altra avventura, questa volta con decisamente più successo.
L'ATS si era rivelata una ricetta per il disastro. Non ci volle molto a Carlo Chiti a capirlo. Ha unito le forze con l'amico Ludovico Chizzola nella sua Autosport Company, che preparava auto da turismo per le corse, e il risultato fu la nuova impresa Delta Auto, successivamente trasformata in Autodelta.
Chiti ricordava ancora l’approccio dell'Alfa Romeo all’ATS, fatto qualche anno prima, e così ha contattato Giuseppe Luraghi, Amministratore Delegato dell'Alfa Romeo, riproponendo l’idea della collaborazione. Alla risposta positiva si è quindi dimesso da ATS portando con sé Teodoro Zeccoli come collaudatore. La carriera di Teo Zeccoli ha fatto un altro passo avanti.
Gli anni di Autodelta
In origine, Autodelta era impegnata nello sviluppo e nella preparazione delle Alfa TZ-1 e TZ-2. Il fatto che la l’Autodelta operava dalla propria sede di Udine, distaccata dalla fabbrica madre, indusse l’Alfa Romeo alla decisione di trasferire la struttura vicino allo stabilimento principale. Per lo scopo fu scelto uno spazio nella frazione agricola di Settimo Milanese a nord della città, dove l’Autodelta presto diventò una realtà grande e complessa, in seguito assorbita nel gruppo Alfa Romeo con Carlo Chiti, direttore unico e plenipotenziario, che gestisce tutto in autonomia.
Tutti i test per le automobili Alfa Romeo, compresi quelli da corsa, sono stati condotti sul circuito a Balocco, struttura appositamente costruita da fabbrica, a mezza strada fra Milano e Torino. Si tratta di una struttura enorme, di due milioni di metri quadrati, costruita su un terreno agricolo originariamente utilizzato per la produzione di riso, attività comune in quella parte d'Italia.
È stato ufficialmente inaugurato nel 1963, lo stesso anno in cui è stata fondata Autodelta, e la fattoria è stata mantenuta e ristrutturata per offrire un luogo in cui i conducenti potessero rilassarsi durante i test a lunga distanza e dove i visitatori potessero essere portati a vedere l'azione.
Un tempo, All’Alfa Romeo c'erano sei collaudatori ufficiali, tutti sotto la guida del leggendario capo-collaudatore Consalvo Sanesi. Di quei sei, Teodoro Zeccoli era alla esclusiva dipendenza di Carlo Chiti ed aveva responsabilità speciali esclusivamente verso l'Autodelta, quindi era il principale collaudatore delle vetture da corsa.
Zeccoli veniva occasionalmente coinvolto nei vari programmi di sviluppo di vetture stradali quando i funzionari di fabbrica sentivano di aver bisogno della sua esperienza, ma normalmente questo era lasciato agli altri cinque collaudatori della giornata: Bruno Bonini, Guido Moroni, Carlo Galfan, Mario de Guiseppe e Ernesto Pagnacco.
Provare l’Alfa Romeo Tipo 33
Durante tutto questo periodo, Zeccoli è stato solitamente tenuto impegnato nel programma di prove e gare. Ma oltre alla guida per l'Alfa Romeo, nel 1969 corse con una Ferrari 250LM per Luigi Chinetti a Le Mans e finì 8 ° assoluto, condividendo la vettura (5893) con l'americano Sam Posey. Cinque anni dopo, nel 1974, fu nuovamente invitato a correre per la NART con Jean-Claude Andruet sulla Ferrari 312P "americana" di Luigi Chinetti finendo 9 ° assoluto.
Si poteva prendere uno qualsiasi dei suoi annuari giornalieri delle corse, aprire a caso una pagina e scoprire cosa aveva fatto quel giorno. In uno di essi c'era un'osservazione concisa che aveva raggiunto quasi i 200 mph a Balocco nella Tipo 33-3 12 cilindri, la prima volta che aveva raggiunto questa cifra durante i test.
Quando l'Autodelta ha avuto il via libera per sviluppare l'Alfa Romeo 33-2, è stato Teodoro Zeccoli a farla correre per la prima volta. Autodelta ha scelto una corsa in salita relativamente sconosciuta a Fleron in Belgio per il debutto, e Zeccoli ha vinto l'evento a titolo definitivo. Sebbene non fosse sempre presente nel team ufficiale dei piloti 33-2, ha lavorato dietro le quinte allo sviluppo dell'Alfa Giulia GTA e successivamente del GTAm da 2 litri ... ma è stato principalmente tenuto impegnato per tutti gli anni '70 con il Tipo 33 in tutte le sue versioni.
Teo Zeccoli aveva bei ricordi della SC Turbo e la sua ultima gara ufficiale è stata al volante di una di quelle vetture Fernet Branca SC con Jean Pierre Jarier.
Alla fine si è ritirato dall'Alfa Romeo e aperto la sua concessionaria BMW a Imola con suo figlio, il quale ammise che qualsiasi pensiero di lui in corsa era disapprovato sia da sua madre che da suo padre!
Zeccoli aveva un luccichio negli occhi mentre ricordava i momenti della sua carriera agonistica. Rideva ricordando uno dei suoi momenti più imbarazzanti quando mise la sua Alfa Romeo TZ di fabbrica sui banchi di sabbia all'angolo di Mulsanne durante la gara di Le Mans del 1965.
Si è tolto la tuta da corsa e ha cercato di scavarsi fuori dalla sabbia, ma era senza speranza. Era davvero bloccato e ha dovuto ritirarsi dopo due ore di gare e scavi.
Teodoro Zeccoli non ha avuto rimpianti nella sua vita come collaudatore. Era un'intensa carriera agonistica alla guida di una varietà di auto.
A differenza di molti piloti, aveva conservato ogni singolo ricordo di quegli anni, comprese tutte le sue licenze di gara e persino i suoi caschi.
È morto da uomo felice.
# # #
Teodoro Zeccoli e il suo 33 Fleron - 50 anni dopo …
1967: All'interno degli edifici Autodelta di Settimo Milanese iniziava l’assemblaggio della nuova 33/2… la prima vettura di una nuova famiglia delle macchine vincenti.
Teodoro Zeccoli, il collaudatore fidato di Chiti, ha avuto il privilegio di guidare questa vettura alla di prova dell'Alfa Romeo a Balocco.
Nel marzodello stesso anno Teodoro Zeccoli partecipa alla prima gara con il 33/2, una cronoscalata a Fléron, in Belgio.
Prima gara e stata anche la prima vittoria per il 33/2 e da quel momento la vettura è stata battezzata “33 Fléron”!
2017: Imola Scuderia del Portello Guest House ... una grande riunione di campioni.
Renzo Carbonaro ha presentato a Teo la litografia originale del 33 Fleron del noto artista e storico senior di Golden Years.com dell'Autodelta, Romano, Vladimir Pajevic.
Ecco l'ultima storica apparizione pubblica di Teodoro Zeccoli con la sua 33 Fleron che aveva portato alla vittoria esattamente 50 anni prima in Belgio.
Queste immagini sono state scattate all'evento Historic Minardi Day di maggio 2017 sul Circuito Enzo e Dino Ferrari vicino casa sua a Imola.
Grande emozione accumulata tra la folla entusiasta raccolta all'interno della Scuderia del Portello Guest House per quella presenza inaspettata.
Era molto fragile. Era accompagnato dal suo amorevole figlio Andrea.
Improvvisamente, in quel pomeriggio, Teodoro Zeccoli è apparso in pista insieme a suo figlio Andrea.
Prima di quel momento solo poche persone conoscevano la vera natura della sorpresa.
Ed è stato profondamente emozionante per Teodoro, che si è sentito al centro dell’attenzione e dell’affetto dei suoi fan da una vita, chiedendogli un autografo personale.
Ma l'eccitazione della sessione di autografi della giornata non era tutto ciò che era in serbo per Teo, che era calmo e un po’ stordito ... con tutta l'eccitazione intorno a lui.
L'emozione più grande per tutti i presenti all'evento è stata vederlo nell'abitacolo della sua 33 Fléron.
Per Teo questa è stata la sua più grande sorpresa ... riunione del tutto inaspettata con la sua Alfa Romeo 33 Fleron ... 50 anni dopo!
Ormai a 88 anni Zeccoli non poteva andare da nessuna parte se non per un breve viaggio al circuito di Imola vicino a casa sua.
Momenti dopo essere stato seduto nel suo Fleron per la prima volta in 50 anni!
Una moltitudine di persone ha ammirato Teo e la sua macchina, scattando foto e acclamandolo.
Teo, molto emozionato e felice, strinse forte il volante tra le mani, si sistemò comodamente sul sedile da corsa, e accarezzò la leva del cambio... se le chiavi fossero state sul cruscotto avrebbe acceso il motore e sorvolato circuito!
# # #
Il signor Zeccoli è morto meno di un anno dopo ... all'età di 89 anni.
Riposa in pace, "Dorino".
Cordiali saluti,
L'Autodelta Golden Years Team
6 marzo 2018
Teo non ha mai perso la sua abilità nel firmare autografi …!
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