Introduction

Index

Birth of Autodelta Eng.

Birth of Autodelta Ital.

In the beginning:The TZ

All'inizio: TZ Italian

World Championship 75 Eng

World Championship 75 Ita

Page 1- English

Page 2- English

Page 1- Italian

Page 2- Italian

Page 1- German

Page 2- German

1972 Targa Florio-English

1972 Targa Florio Italian

1972 Targa Florio-German

Chiti's Office English

Chiti's Office Italian

Chiti's Office German

Chiti Remembered- English

Chiti Remembered- Italian

Chiti Remembered- German

Meeting Ing.Chiti-English

Meeting Ing.Chiti-Italian

Autodelta Technicians

Mario Andretti English

Mario Andretti Italian

Andrea deAdamich English

Andrea de Adamich Italian

Rolf Stommelen- English

Rolf Stommelen- Italian

Nanni Galli- English

Nanni Galli- Italian

Ignazio Giunti- English

Ignazio Giunti- Italian

Gian Luigi Picchi-English

Gian Luigi Picchi-Italian

Picchi Book Review Engli

Picchi Book Review- Ital.

Picchi Book Review German

Toine Hezemans -English

Albert Ponno-English

Alfa at Le Mans - English

Alfa at Le Mans- Italian

Alfa at LeMans- German

Autodelta Factory Layout

T-33 Chronology- English

T-33 Chronology- Italian

T-33 Chronology- German

Fleron- The First Winner

Fleron- Primo Vincitore

Fleron Der erste Gewinner

GTA 1300,1600: English

GTA 1300,1600: Italian

FIA Homologation GTA

GTAm/Supercharged:English

GTAm/Supercharged:Italian

GTA SA Images

Curated GTA,SA VINS

Scarabeo-105.33 English

Scarabeo-105.33 Italian

Scarabeo-105.33 German

T33 V-8 Stradale English

T33 V-8 Stradale Italian

T33 V-8 Stradale German

Formula 1 Chrono English

Formula 1 Chrono Italian

Formula 1 Chrono German

F1 Motors'70-'85 English

F1 Motori '70-'85 Italian

F1 Engines '70-'85 German

Teodoro Zeccoli English

Teodoro Zeccoli- Italian

Teodoro Zeccoli- German

New Lives T33 English

Nuova Vita T33 Italian

New Lives T33 German

Autodelta in F.1 -English

Autodelta in F.1 -Italian

Autodelta in F.1 -German

Autodelta Transporters

Autodelta Drivers Speak

Ing Gianni Arosio English

Ing.Gianni Arosio Italian

Ing. Gianni Arosio German

Franco Scaglione History

Stradale History English

Stradale History Italian

Stradale History German

Motor Marine Montreal 2.5

Autodelta Fund Raising

Lithographic Alfa Prints

Interesting Extra Photos

Authors' Notes

Visitor Comments

The Death of Autodelta

La Morte dell'Autodelta

Der Tod von Autodelta

"Autodelta Day "

Autodelta cars for sale

Autodelta Vendita Italian

Autodelta GTAs: German

Testing Qui

750.33.001

Storia del Prototipo 

de Vladimir Pajevic


Da quel marzo del 1967 sono passati parecchi anni, 49 per esattezza, e della T-33 numero 001 si sa poco. E’ apparsa certamente alle numerose prove in quel 1967, ma nessun piazzamento risulta nelle carte. Poi, nel 1968, la evoluzione del modello la mise in ombra e la sua presenza in gare non è più documentata. 

La marcia trionfale delle sorelle della famiglia 33 è proseguita per ben dieci anni ed i modelli si sono susseguiti con ritmo costante fino a 33 SC Turbo che nel 1977 chiudeva la gloriosa epopea del modello. 

Aveva 12 cilindri, 3 litri di cilindrata, turbocompressore KKK e 640 CV. 

Con la sorella progenitrice condivideva solo il mitico numero 33 nel nome.

Il destino ha voluto che il telaio 001 rimanesse nel cortile dell’Autodelta anche quando la fabbrica di Settimo Milanese chiudeva i propri battenti nel ottobre del 1982, ed il reparto corse si trasferiva a Senago lasciando Chiti amareggiato e segregato con ruoli sempre meno decisivi. 

Ormai priva di parte della carrozzeria, la 001 giaceva dimenticata fra gli altri cimeli del passato, poco attraenti agli uomini dell’Euro Racing, nuovo gestore sportivo del marchio Alfa Romeo.

E’ stato l'architetto Marco Cajani, instancabile promotore del grande passato sportivo del marchio del Biscione, a trovare e riconoscere nel 1986 la vettura che iniziò il cammino delle 33. 

Con diplomazia e delicate trattative, Cajani alla fine riuscì a diventare proprietario della macchina. Il telaio era completo, e c’era anche il motore, cambio, sospensioni e tanti altri pezzi sparsi fra i resti ormai abbandonati, delle vecchie glorie che una volta erano le macchine dell’Autodelta. 

Nel cortile della fabbrica ormai decaduta, non correvano più i cani salvati dalla strada da Chiti e nulla tradiva che in questo luogo a tiro di schioppo da Milano, una volta si decidevano le sorti dell’automobilismo sportivo a livello mondiale. Cajani, ben conscio dell’importanza della sua trovata, ha continuato paziente ricerca lunga due anni, ma alla fine è riuscito a mettere insieme la vettura.

Mancavano alcune parti della carrozzeria finite chi sa dove e chi sa quando, però c’era Giovanni Giordanengo, abilissimo ricreatore delle forme mancanti delle macchine del passato. 

Nella sua officina a Cuneo aveva già riprodotto gli “abiti” di molte stelle del passato, collaborando con le collezioni e musei dell’automobile in tutto il mondo. Era lui il maestro che dava il tocco finale alla rinascita della T-33 Flèron. 

Ripetendo pedissequamente ogni curva della mitica vettura, Giordanengo è riuscito a dare la vita alla macchina fra le più importanti della storia sportiva dell’Alfa Romeo. Per la parte motoristica fu invece affidata alle mani esperte di Carlo Facetti; la restante parte fu restaurata nell’officina della Scuderia del Portello.

Oggi, la T-33 riposa bella e scintillante fra le altre parenti della bellissima collezione che architetto Marco Cajani ha salvato per la storia. Ogni tanto è il suo ruggito a ricordarci di quanta passione e quanto orgoglio ci ha regalato.



Marco Cajani con la sua 33 Fleron    750.33.001




Scuderia Del Portello


La Scuderia del Portello è un'associazione sportiva italiana dedita all'attività agonistica delle vetture Alfa Romeo, la cui sede ufficiale si trova all'interno del Museo Alfa Romeo di Arese.

Fu fondata ad Arese il 3 Febbraio 1982 nell'ambito del Centro Direzionale Alfa Romeo, con il patrocinio della Casa Madre, per iniziativa del giornalista Luca Grandori, insieme a Edilberto Mandelli, Pietro Rondo, Giorgio Schoen, Stefano Senin e Renato Ughi.

Il nome richiama il quartiere della periferia milanese in cui erano sorti i primi stabilimenti dell'Azienda del Biscione.La Scuderia venne ideata come un struttura di supporto e di assistenza tecnica per i piloti che gareggiavano con vetture Alfa Romeo di cessata produzione, ma nell'atto costitutivo indicava come scopo anche la promozione del Marchio, nonchè la tutela del suo patrimonio storico e tecnologico, come contributo alla storia dell'automobilismo. 

DIvenne da subito la squadra ufficiale dell'Alfa Romeo per le competizioni di auto storiche.

Nel 2010 la Scuderia del Portello modificò il proprio statuto ed estese la sua attività anche al campo dell'automobilismo contemporaneo, divenendo un Club ufficiale della Casa del Biscione. 

In quell'occasione venne cambiato anche il logo, che assunse l'aspetto attuale rievoCante la forma del radiatore dell'Afa Romeo 1900.

L'attuale Presidente e Team Principal è Marco Cajani.






Storia Della Tipo 33/2 – Telaio 750.33.014

               

Alfa Romeo 750.33.014: “Ritorno al Futuro”

Auto ex Aldo Bardelli, attualmente di proprietà di Alessandro Carrara

Dal libro “Una Strada, una Corsa, un Ingegnere”

di Vallero Fagioli e Luigi Pulcini.

Stampa autorizzata dagli Autori


Normalmente i produttori di auto da corsa curano, direttamente o tramite “club privati”, un Registro Storico in cui le persone interessate possono conoscere la storia di ogni vettura prodotta.

Sfortunatamente questo non é il caso delle vetture Autodelta create dall'Ing. Chiti. Pertanto, in questo nostro sito web, abbiamo pensato di creare un nostro Registro Storico, iniziando con la T-33, Telaio 750.33.001, la famosa Alfa Romeo 33 Fléron.

La Tipo 33/2, disegnata e sviluppata dall'Ing. Chiti, ed utilizzata,  per un certo periodo, dal Pilota Aldo Bardelli in numerose corse in salita, dopo quasi trenta anni torna a Pistoia.

Abbiamo cercato di documentare la sua storia nel modo più completo possibile.

L'Alfa Romeo Tipo 33, telaio 750.33.014, debuttò nel 1968 alla 24 ore di Daytona, con i piloti Casoni / Riscaldi che si piazzarono al settimo posto assoluto.

La stessa vettura fu utilizzata alla Targa Florio del 1968 dove il principale avversario era la Squadra Porsche con diverse 907/2200 cc 8 cilindri.

Alfa Romeo si presentò alla gara con tre T-33/2 con le seguenti coppie di Piloti: Baghetti / Biscardi, Galli / Giunti, Casoni / Bianchi (con la vettura telaio 014) ed una T-33 2,5 litri con la coppia Vaccarella/Schutz.

Alla fine la Porsche arrivò prima con Elford / Maglioli dopo una gara molto combattuta; Giunti /  Galli si piazzarono secondi a meno di tre minuti di distacco. Casoni / Bianchi con la 104 finirono al terzo posto.

La stessa vettura (104) era nuovamente in gara il 25 agosto 1968 al GP di Zeltweg (Austria) con la Scuderia VDS del Conte Belga Rudi Van Der Straeten; pilota Trosch.

Un anno dopo troviamo la “nostra” T-33 alla Targa Florio con Casoni / Spartaco Dini.

La vettura fu seriamente danneggiata durante le prove, ma Casoni poté partecipare ugualmente con una T-33 della Scuderia Tridentina.

Un documento che troviamo negli archivi di Aldo Bardelli, registra il passaggio di proprietà “...dell'autovettura Alfa Romeo 33 Tipo Sport Daytona telaio 750.33.014 usata, nello stato di fatto in cui si trova come vista e accettata completa di: batteria, cinture, ruota di scorta, alleggerita, in data 17 giugno 1969”.

Da quella data inizia una serie di stagioni di corse in salita in Italia ed all'estero.

Nel 1969, prima del passaggio a Bardelli, la 33  Daytona fu alleggerita eliminando il tettuccio ed i pannelli laterali. Nel 1970, sempre presso l'officina di Autodelta, fu sottoposta ad ulteriori lavori diventando uno “Spider” per permettere a Bardelli di partecipare alle gare Prototipi degli anni '70.

Solo 3 vetture T-33/2 furono trasformate in “Spider” direttamente in Autodelta.

Dopo tre stagioni, con molti chilometri percorsi in diverse gare in salita, Bardelli vendette l'auto a Giulio Dubbini di Padova.

Successivamente la T-33/2, telaio 014, lasciò l'Italia ed entrò nella collezione privata di auto da corsa di Peter Kaus. Nel 1987 Kaus con Hans Holger e Frenzel GmbH organizzò il “Museo Rosso Bianco” in una fabbrica abbandonata, dove la “nostra” T-33/2 restò per diversi anni.

Ora, la T-33/2, telaio 014, disegnata e costruita dall'Ing. Carlo Chiti (nato a Pistoia), successivamente portata nelle corse da Aldo Bardelli (di Pistoia), torna a Pistoia con una cerimonia a Villa Groppoli (Pistoia) il 15 maggio 2010.

La vettura oggi é di proprietà di Alessandro Carrara.

 


Alessandro Carrara con la sua T-33/2   750.33.014


Il pilota è nientemeno che l'originale Aldo Bardelli che è stato il campione con questo T-33/2 Spider negli anni '60 e '70, nella foto insieme ai redattori del sito Renzo Carbonaro e Robert Little, al proprietario del veicolo Alessandro Carrara e al redattore del sito Ulrich Zensen.

Questa opportunità fotografica è stata resa possibile grazie alla cortesia di Mr. Carrara.



La vettura fu successivamente modificata in versione Spider e venduta ad Aldo Bardelli che vinse, proprio con questa auto, numerose gare in salita.

 


L'auto N° 192 é la T-33/2, telaio 750033-014, prima della partenza alla Targa Florio del 1968.

I piloti di questa vettura Autodelta sono Bianchi e Casoni.


Copyright: Luigi Pulcini 2017

Disegno della Tipo 33/2 (già di proprietà del bravo pilota pistoiese Aldo Bardelli)  creato da Luigi Pulcini, Capo Redattore della rivista "Il Metato", pubblicazione locale riguardante storie passate ed eventi della città di Pistoia, eletta Capitale della Cultura per il 2017.

Nella pagina "Stradale History"  abbiamo inserito un'altro bel disegno, sempre di Luigi Pulcini.

 





Alfa Romeo “AR75080.019”   

 Proprietario Curtis Leaverton

Iowa, USA

 

La vettura T33/3, VIN AR75080.019 fu prodotta da Autodelta nell'estate del 1970, attiva ancora oggi, con una lunga ed interessante storia sportiva.   

Nell'estate del 1970, con Andrea de Adamich, Henri Pescarolo e Gijs Van Lennep, si é classificata 2a assoluta all'Osterreichring e nel 1971 2a assoluta alla Targa Florio. Nel 2002 vince la gara inaugurale di Le Mans Classic. 

La sua ultima gara avviene nel 2010 in Australia alla Philip Island Classic. Venduta nel 2010 con due carrozzerie e diverse parti di ricambio, passa attraverso diversi proprietari finché ne 2013 non viene acquistata dal suo attuale proprietario, Mr. Leaverton.

Questo modello rappresenta l'ultimo sviluppo della T33/3, il cui primo prototipo vide la luce nel 1969. La T33/3 fu la prima Alfa Romeo da corsa con telaio monoscocca, costruita in alluminio rinforzato con titanio, molto resistente e durevole. 

La T33/3 matricola AR75080.019, ultimo sviluppo della serie 33/3, aveva nuove ruote anteriori da 13 pollici, nuove sospensioni e nuovi freni anteriori, un nuovo frontale più basso e squadrato. Il motore era il n° 10580*0069.

 


.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.

Alfa Romeo AR115.12.012

33TS12 1976 Tubolare-Scatolato

Di proprietà del Museo Simeone, Filadelfia, Pennsylvania, Stati Uniti


Facendo molto affidamento sul suo partner decennale, l'Ing. Gherardo Severi, Ing. Chiti ha sviluppato una nuova struttura rivettata a pannelli utilizzando la buona geometria del telaio tubolare esistente. Questo nuovo telaio, denominato TS (Tubolare-Scatolato, per distinguerlo dal TT, e l'anno successivo SC Scatolato), è stato inserito in un programma di test durante i primissimi mesi del 1976 sulla pista di prova Alfa Romeo a Balocco.

Alcune modifiche apportate includevano l'adozione di un nuovo sistema frenante Girling nella parte anteriore e posteriore, trasferendo il cambio davanti al differenziale, e la selezione di pneumatici Goodyear. Questa vettura era un po' più pesante della precedente versione TT con un peso di 720 kg / 1587 lb. rispetto a 670 kg / 1477 lb. del TT.

I test iniziali erano promettenti. L’Ing. Chiti sperava di avere la macchina pronta ed iscritta ufficialmente per il Nürburgring 300 km del 4 aprile 1976, la gara del Campionato mondiale SportsCar.  Questo nuovo telaio ... AR115.12.012 e il suo gemello AR115.12.011 erano pronti per la gara, in attesa dell'occasione per mostrare il loro potenziale.

  La responsabilità e pressione sulle spalle dell'Ing. Chiti e il suo staff tecnico per l’iscrizione del 
  suo nuovo telaio era pesante e si sono mossi con molta prudenza.

Ma una politica interna inquieta all'interno dello stabilimento di assemblaggio Alfa di Arese, a circa dieci miglia a nord ... annullò il contributo e costrinse anche Autodelta a saltare la gara di Monza di 4 ore tre settimane dopo.

 L'auto AR115.12.012 è finalmente arrivata alla sua prima gara ... turno tre del Campionato Mondiale   SportsCar 500 Km a Imola il 23 maggio nelle mani di due grandi piloti, Arturo Merzario e Vittorio   Brambilla ... con la singola voce di Autodelta con lo sport N ° 1 sulla carrozzeria .

La vettura è arrivata al 2 ° posto assoluto ed è stata impressionante in alcune parti della pista. Il potenziale del nuovo design era chiaro e Chiti era soddisfatto del comportamento della vettura.



Arturo Merzario at Imola Maggio 1976 Courtesy of Vladimir Pajevic
Vittorio Brambilla in Imola pitstop Maggio 1976 Courtesy of Vladimir Pajevic

Ma la fortuna non era dalla sua parte e in altre due occasioni successive, banali fallimenti fermarono  AR115.12.012 sulla sua strada.

Alla Coppa Florio in Sicilia il 27 giugno con Arturo Merzario e Mario Casoni, fu un fallimento dellasospensione anteriore, e nella sua ultima apparizione della stagione 1976 a Salzburgring, il fallimento della pompa dell'olio nonostante il raggiungimento del più veloce tempo di qualificazione ... decretò la fine della stagione.

La breve e non brillante carriera in gara per AR115.12.012 non descrive fedelmente la qualità e le potenzialità di questo gioiello da corsa. È stato il mix di sfortuna, politiche di fabbrica sbagliate e persino decisioni discutibili del team che hanno tenuto la macchina lontana dal possibile successo in pista.

Nel 1977, l'auto fu utilizzata principalmente come auto di scorta del team Autodelta e per test specifici come auto a "T" iscritta per 500 km Digione e Coppa Florio con Jean-Pierre Jarier e Spartaco Dini come piloti. L'unica gara in cui AR115.12.012 è stata iscritta è stata all'evento Estoril con Giorgio Francia e Spartaco Dini e ha concluso 3 ° in totale ... mostrando chiaramente il potenziale della vettura.

La mancanza di buona fortuna per AR115.12.012 è continuata anche dopo la stagione del 1976, quando Autodelta ha introdotto la versione SC completa (con differenze piccole e quasi insignificanti rispetto alla variante TS), e AR115.12.014 e AR115.12.015 e il loro cugino Turbo AR115.12.016. Quelli hanno vinto senza sforzo nel World Sports Car Championship nel 1977.

Insieme all'AR115.12.011 fu l'ultima "vera" 11512 auto nata sotto  la supervisione dell’Ingegnere Chiti 


È descritta come la migliore auto 33TS12 esistente.


Copyright 2020

Prima data di pubblicazione: 16 marzo 2020

Tutti i diritti riservati

Robert B. Little

Team Manager

Autodelta Golden Years.com


.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.


 Alfa Romeo AR115.12.005

Di proprietà della famiglia svizzera Bottinelli

Trascrizione storica ufficiale di Autodelta Golden Years.com di Autodelta 

di Vladimir Pajevic


La storia di AR115.12.005 è una storia piena di punti ciechi, angoli scuri nebbiosi e fonti non confermate.

L'unica certezza è che l'AR115.12.005 esiste davvero e che le sue apparizioni misteriose di volta in volta possono essere ricondotte alla sua fabbricazione durante il periodo tra la fine del 1973 e l'inizio del 1974.

Spieghiamo i fatti noti …

Dai primi esempi costruiti  da Autodelta S.p.A. di Settimo Milanese nel 1973, il lignaggio di 33TT12 ... serie 115.12.xxx ... è stato mal memorizzato e documentato. E durante gli anni di produzione di quel tipo di modello solo alcune di quelle magnifiche auto sono state storicamente seguite e descritte correttamente.

È un peccato, perché questa nuova serie di telai è stata la prima vera Alfa Romeo a vincere un campionato mondiale dei costruttori nel 1975. L'Alfa Romeo ha conquistato per l'ultima volta un campionato mondiale nel 1950 e nel 1951 con la sua serie di macchine da Formula 1 "Alfetta".

La vita da corsa di AR115.12.005 ha coinciso con un periodo difficile della vita aziendale Alfa Romeo.

Dalle dimissioni del CEO di Alfa Romeo Giuseppe Luraghi - un grande sostenitore del reparto corse di fabbrica Alfa Romeo Autodelta - all'arrivo di una nuova generazione di manager che mostrano ostilità e carattere combattivo a qualsiasi forma di coinvolgimento di Autodelta con il marchio ... il nuovo gruppo intendeva limitare fortemente il sostegno finanziario ad Autodelta.

Le storie registrate delle auto da competizione Autodelta erano notoriamente abbozzate e non sufficientemente documentate negli anni '70 ancor prima del trasferimento di alcune delle attività della divisione corse Autodelta da Settimo Milanese a un nuovo gruppo di persone a Senago, che si autodefiniva "Euroracing".

Quel gruppo all'inizio degli anni '80 rilevò i beni fisici di Autodelta in modo ostile, distruggendo o vendendo meravigliosi beni preziosi e gettando via documenti cartacei con abbandono spericolato. L'unico materiale di archivio Autodelta di base rilevante, forse il database cartaceo più significativo, è scomparso misteriosamente durante il trasloco quando quasi tutta la documentazione è stata lasciata con noncuranza nello scompiglio assoluto nella vecchia fabbrica.

L'ingegnere Chiti era furioso, disperato ma impotente per agire in qualsiasi direzione. Il suo unico vero interesse erano le corse mentre cercava di rispettare le terribili regole e limitazioni impostegli da Massacesi ed altri.

Un esempio particolarmente eclatante della dissoluzione della storia di Autodelta da parte dei nuovi custodi del marchio racing Alfa Romeo fu la difficile situazione dell'Alfa Romeo "Fleron", il primo prototipo costruito da Autodelta nel 1966.

I suoi resti sono stati scoperti da un appassionato / storico che ha scoperto i resti smontati della macchina nascosti sotto un enorme mucchio di rottami metallici arrugginiti e detriti trovati nel cortile della vecchia fabbrica.

Alcuni documenti, tuttavia, furono salvati dall'ingegnere e autista dell’ Autodelta Roberto Bussinello ... tuttavia quella parte dell'archivio è incompleta e senza possibilità di essere seriamente esaminata. Di conseguenza, non sappiamo quasi nulla delle auto e dei loro exploit del periodo da un "punto di vista della fabbrica" interno.

E infine, alcuni documenti ufficiali di Autodelta erano di dubbia affidabilità ... a volte generati per soddisfare la gestione della fabbrica e l'IRI. È abbastanza chiaro che l'ingegnere Chiti fosse un uomo guidato ... non avendo mantenuto alcun interesse per ciò che è mai accaduto "in passato". Non ha mantenuto alcun interesse per i fatti e i dati precedenti di ieri. E come risultato diretto, gli archivi di Autodelta non furono mai descritti come ben organizzati. Con il tradimento e il misterioso ruolo di Euroracing ... con l'aiuto e la "comprensione" del nuovo presidente di Alfa Romeo S.p.A. Ettore Massacesi e Mario Felici, si è verificata la vendita suicida del tesoro di Autodelta.

Pertanto, la storia del primo gruppo di auto 33TT12 realizzate si basa su annotazioni occasionali e fonti di terze parti come fotografie scattate da riviste di circolazione generali e singoli appassionati.

In ogni caso, la storia più plausibile della serie 33TT12, AR115.12xxx è questa:

Man mano che lo sviluppo dell'originale telaio tubolare spaziale tubolare "TT" V-8 introdotto alla fine del 1971 si evolveva, fu creato un telaio leggermente più grande per ospitare il più grande motore a dodici cilindri ed era pronto per la competizione all'inizio del 1973.

Questo nuovo telaio è stato rinforzato rigidamente usando la metà inferiore del corpo tubolare come una sezione sollecitata ... fornendo una rigidità eccezionale alla costruzione.

La sospensione era indipendente a tutto tondo e i freni ventilati erano montati a bordo nella parte posteriore.

Questo nuovo telaio è stato rinforzato rigidamente usando la metà inferiore del corpo tubolare come una sezione sollecitata... fornendo una rigidità eccezionale alla costruzione.

La sospensione era indipendente a tutto tondo ed i freni ventilati erano montati a bordo nella parte posteriore.

Due nuove soluzioni aggiuntive applicate al design del telaio a dodici cilindri erano la fabbricazione di un cambio a cinque marce trasversale e la modifica del corpo in fibra di vetro / tubolare per presentare due tipi di alette posteriori integrate.

Il primo telaio completato utilizzato principalmente per valutare le nuove soluzioni è stato AR115.12.001 e sopravvive fino ad oggi nella collezione di un appassionato di New York.

L'AR115.12.002 è stato finalmente pronto per il suo debutto al round dello Spa Francorchamps del 1973 della serie World Manufacturers Championship all'inizio di maggio, ma la vettura è stata completamente distrutta in un incidente pre-gara dopo che una gomma si è rotta ad alta velocità.

Durante la stessa stagione del 1973, AR115.12.003 e AR115.12.004 iniziarono all'evento Targa Florio, ma entrambi gli esempi si schiantarono in gara ... sebbene l'auto guidata da Rolf Stommelen stabilì il giro più veloce della gara.

L'AR115.12.005 e l'AR115.12.007 già prodotti hanno continuato a fare apparizioni occasionali in alcune gare condotte da una varietà di organizzatori diversi fino alla fine della stagione, anche se il loro record di risultati ha dimostrato una combinazione di incidenti e scarsa affidabilità. In una sola gara le auto sono riuscite a finire bene.

Sul circuito di Le Castellet nel febbraio del 1974, Autodelta stava provando nuovi pneumatici Firestone e possibili nuove configurazioni di carrozzeria per la rinnovata e altamente promettente 33TT12 e la sua centrale elettrica piatta a 12 cilindri.

A Le Castellet durante i test pre-stagionali c'erano due auto, molto probabilmente la AR115.12.005 e la AR115.12.007, entrambe con diverse soluzioni di design della scocca, cofani posteriori corti e di media lunghezza e diverse varianti di aspirazione. Il giorno scelto non è stato buono per i test a causa delle condizioni atmosferiche umide, fredde e molto ventose.

Durante le prove, Rolf Stommelen ... usando la configurazione del corpo della coda corta ... ha avuto un guasto agli pneumatici ad alta velocità con la macchina che parte in aria ... colpendo il recinto della pista e poi colpendo il terreno da più di un metro e mezza altezza.

Fortunatamente, il guidatore è rimasto illeso ma l'auto è stata seriamente danneggiata con un telaio mal piegato e una sospensione completamente distrutta.

Un nuovo telaio fu inviato da Settimo Milanese e tutti i componenti comprovati necessari, incluso il motore, furono trapiantati dall'AR115.12.005 danneggiato, al telaio appena arrivato, presumibilmente AR115.12.006.

Le prove furono terminate con quella macchina in una versione di coda di media lunghezza.

L'Alfa Romeo è entrata nella stagione 1974 con quattro auto da corsa e altre quattro auto in finale. Tra le modifiche apportate vi erano "boccagli" di presa d'aria più alti dietro il guidatore e l'uso di varie configurazioni di coda posteriore per piste diverse.

Le auto a dodici cilindri di Autodelta hanno terminato la prima gara della stagione alla gara 1000 chilometri di Monza in ordine 1-2-3. Il telaio AR115.12.008 ha vinto la gara seguito da AR115.12.007 e il terzo posto è stato AR115.12.006. I dati sono stati recuperati in questo caso da una vecchia microfiche recuperata. I dettagli descritti, in generale, sono stati basati su annotazioni e foto d'epoca e anche articoli di riviste Autosprint pubblicati a febbraio e nella prima parte di marzo 1974.

Il telaio danneggiato dell'AR115.12.005 fu inviato a Settimo Milanese per essere riparato e l'AR115.12.006 ... ora residente nell'Alfa Romeo Museo Storico di Arese continuò la sua vita da corsa con un motore ereditato dal 005. Il motore originale che era stato installato nel telaio 005 febbraio 1974 era AR115.12A061 ... probabilmente lo stesso motore ora in 006.

In quel periodo difficile e alle prese con un budget limitato e un team di gestione della fabbrica appena installato, ostile all'attività agonistica di Autodelta, il direttore generale ingegnere Carlo Chiti ha cercato di "inventare" un modo per guadagnare più soldi da applicare a ulteriori attività di Autodelta.  Con questo concetto generale in mente, l'Ing. Chiti ha organizzato spettacoli in tutto il mondo, esponendo le auto da corsa Alfa Romeo tra le sue vetture di produzione ... con l'obiettivo di aggregare nuovi sponsor e guadagnare nuovi soldi.

Il telaio AR115.12.005 è stato infine riparato e completato con componenti del motore assemblati doppiamente ... quanto basta per ottenere il suo aspetto esteriore esatto e il suo aspetto ben noto. L'auto è stata utilizzata in numerose occasioni tra le esposizioni di auto che hanno guadagnato l'interesse pubblico per le auto di produzione Alfa Romeo e Autodelta e la sua attività agonistica.

Questo telaio AR115.12.005 è stato quindi esposto per la prima volta in Svizzera, e poi, dopo diverse mostre europee ... è stato nuovamente inviato negli Stati Uniti come auto da esposizione.

Per almeno un anno è stato presentato presso la sede nazionale Alfa Romeo Inc. a Englewood Cliffs, New Jersey. Alcuni componenti interni vitali del motore e elettrici sono stati trovati omessi nella ricostruzione dell'auto.  La sua ulteriore storia è sconosciuta o non può essere verificata da Autodelta Golden Years.com.

Nel nostro archivio di dati del Autodelta Golden Years, il portfolio 005 ha attribuito solo foto non perfettamente documentate e in generale questa storia complessiva non può basarsi su fatti comprovati, ma ha una storia plausibile con standard di prova relativamente buoni.

Copyright 2020

Prima data di pubblicazione: 16 marzo 2020

Tutti i diritti riservati

Robert B. Little

Team Manager

Autodelta Golden Years.com




 
 
.
.
.
.
.


Alfa Romeo AR75080.009 

 Owned by Yves Jean-Louis Baldanza

Official Historical Transcript by Autodelta Golden Years of Autodelta Chassis 

 by Vladimir Pajevic

 

Discovering the exact technical background of Alfa Romeo racing cars usually means the researcher must live within a balance of uncertainly and despair.  In this case, the car is well-known, photographically documented and declared by experts to be proven to be the car that appeared in certain venues.

The obstacle in this case involves certain expedient administrative techniques somewhat commonly used during the 1970’s.  It is a corundum facing not only today’s Alfa Romeo racing car owners of period cars but many other owners of a variety of makes.When paperwork supplied to the official entry of a team car in a FIA event is often submitted with a common VIN for expediency…without regard to the actual VIN used in the race to be held…problems such as we observe in this case are experienced.

Autodelta was not alone in using ready-made ‘template’ documents of a car for administrative, border crossing formalities, bill of lading and for other convenience and time-saving purposes. This habit… very useful in the period, prevents or at least impedes today’s forensic researchers such as Autodelta Golden Years from tracking the exact histories of cars that are of either of present-day interest, financial investment or of historical competitive significance.

The recorded histories of Autodelta competition cars such as AR75080.009 had been notoriously sketchy and insufficiently documented in the 1970’s even before the transfer of some of the assets of the Autodelta racing division from Settimo Milanese to other individuals calling themselves “Euroracing”.

These circumstances, Mr. Baldanza, apply to your car. 

Through the exploration of our highly unique database, …once the deeply hidden and closely held collection of hundreds of photographic images, prized person to person digital data exchanges and of highly privileged confidential sharing among his commercial friends and business associates.

This Swiss individual who was known only to those in the racing trade…knowingly and wisely… preserved this valuable information for later generations to explore and uncover history once again.

Now deceased, he had made appearances at nearly every Formula 1, World Championship for Makes competition and rallies and other venues for decades as a supplier’s representative to world racing teams. 

Owing mainly to his data treasure and our other sources, we are reasonably confident and reasonably certain that your car, AR75080.009 was and is in fact the real Autodelta AR75080.009 car. The car represents the final stage of development of the T-33/3 which was first introduced in 1969.  

The T-33/3 was Autodelta’s first monocoque racing car, based on an aluminum cell structure largely inspired by existing British designs…reinforced with titanium alloy…extremely tough and durable.

Due largely to the extremely poor and illogical assignment of a VIN, (AR11572.009) from a 12 cylinder Autodelta car of a later series, the supreme and unquestionable judgment to be applied to the accurate assignment VIN of AR75008.009 emanates ultimately from Autodelta S.p.A. and the hand of it's Directore Generale, Ing. Carlo Chiti.

Correspondence involving the hand-applied signature of Ing. Chiti supplied to Mr. Baldanza of a letter from Ing. Chiti to Pilkington dated 11.1.1974 appears from all respective angles to be authentic and the signature of Carlo Chiti appears in his usual style, size and script.

Observed physical changes made to the chassis due to its racing life experience has transformed this chassis, AR75008.009 into a modernized and updated version of a late 1970 series AR75008 -series car.   

This car was heavily damaged during the 1970 Le Mans Twenty Four Hours of Endurance event in June of 1970 and from that point the true VIN of the car was called into question, causing our team to be enlisted by the car owner Mr. Baldanza for our research expertise.   Photos from our proprietary database testify to the thorough ‘beating’ the chassis sustained at Le Mans…both to the front and to the rear of the car. 

However, the Autodelta team technicians assessed the chassis to be sufficiently intact to be successfully restored back to ready to race condition.

During the reconstruction carried out by Autodelta personnel over the summer of 1970, updated techniques planned for later versions up to the final car of the series ….AR75008.0019 …such as the replacement of inner chassis structural pieces and chassis stiffeners using ‘lightening holes’ and replacement titanium panels wherever possible on the structures of the renewed version …were used through the end of the V-8 3.0-liter period…photos provided under separate cover.

Chassis dynamics of the fiberglass front and rear panels and details of that nature can be compared to the car before it was damaged.  A makeover of the entire structure was involved. 

It is reasonable to forensically deduce that the entire structure benefited from a high-level mid-season ‘restoration’ and updating.

Mr. Baldanza has offered a statement that a restorer found a fuel tank dated August 1970 which correlates logically with the Le Mans accident that had occurred two months or so before.  This is not an unusual change in fuel tanks due to the accident at Le Mans.

Again, the course of action decided by the Autodelta team in the early summer of 1970 was most assuredly planned to apply the best and latest testing research data and updates to all cars leaving the factory, including AR75008.009.

The instrumentation of the 009 was discovered to have survived the Le Mans incident unscathed.  They were original to the car’s assembly in early 1970.

 

Competition History


According to the data in our possession, the AR75080.009 was produced towards the end of 1969 and tested at Balocco together with other AR75080 sister cars from the first series.

Some statements difficult to check and confirm recall AR75080.009 to have competed in the Sebring Twelve Hour race of March 21.1970, with the name Vega (almost all first series T33/3 had “stellar” names given by Ing. Chiti to each car) on front fenders, and finished 3rd.  

The undersigned had attended to the Autodelta team at that race and made photographs of that car. Those photographs are provided under separate cover.

Later AR75080.009 lined up for the 24 Hours of Le Mans, June 14, 1970, as a factory-sponsored car, with two Autodelta test drivers, Teodoro Zeccoli and Carlo Facetti.  

The car had the “long wheelbase” of 2320 mm as did all of the T33 / 3s of the first series.

At Le Mans, the AR75080.009 had a serious accident near the Dunlop bridge, driven by Facetti and was withdrawn.

Towards the end of August 1970, the AR75080.009 was redone with changes planned and incorporated for the 1971 season and featured changed aerodynamics.  

AR75080.009, in consulting our database was not present at Targa Florio event in 1970.   

The Targa Florio was attended with a four car team of  a T-33 / 3’s of  Andrea de Adamich -  Piers Courage with AR75080.010,  a T-33 / 3 of Toine Hezemans - Masten Gregory in AR75080.014 and the T33 / 3 with Nanni Galli – Umberto Maglioli AR75080.007.

The fourth car was also present in the test, probably AR75080.002 as a “T” car, tested by Masten Gregory. 

The calendar and results reported by Chiti and Autodelta in the 1971 season and presented for our consideration by Mr. Baldanza are correct and well documented.

The argument that the winning car was AR75080.005 at Brands Hatch in 1971 is incorrect.  Instead, in Ing. Chiti’s own correspondence, this AR75008.09 was the winning car piloted by Andrea de Adamich and Henri Pescarolo.

Transitions of ownership of the AR75080.009 are probably correct as on this point we do not have certain data.

When AR75080.009 was owned by the Red-White Museum of Peter Kraus it was declared as AR11572.003, but even at the time this number was considered incorrect even by Kraus.

Later it was sold to the Louwman Museum under the wrong VIN number and when it was eventually acquired after a number of other owners prior to Mr. Baldanza’s acquisition …the number according to the documents had been amended.

The photos we have provided with this report are period correct and correspond to the VINs indicated.  For the 1971 season cars, a possible copyright conflict might arise in the distribution of one or more of the images.  We do not advise using those 1971 photographs without determining the copyright owner and seeking proper permission.

#     #    #   


The above referenced data and statements made in this report constitute the good faith effort by the Autodelta Golden Years staff and is in no way guaranteed to be factual.  No financial interest by the staff in the findings of this report shall be assumed or implied.  The staff has no financial interest in the car nor do we have any association with the present or past owners of the car.   Our reports are constructed on an arms-length data gathering basis.    No liability will be accepted by Autodelta Golden Years or its staff regarding any contents of the report and no legal liability or financial interest shall be construed or implied by its findings.   

Copyright 2022

First date of publication:  February 14, 2022

All Rights Reserved

Robert B. Little

Team Manager

AutodeltaGoldenYears.com


Torna all' indice qui


Policy of this Website in Regard to the Use of Images Whose Ownership is Not Known or is Otherwise Unidentifiable.

AutodeltaGoldenYears.com. and RobertLittle.US contributes collection images where the Website Content is described as having “no known copyright restriction.” The phrase “no known copyright restriction” means that AutodeltaGoldenYears.com and RobertLittle.US has determined, to the best of its ability based on available information and belief, that the Website Content is unlikely to be protected by copyright interests and, in all likelihood, is in the public domain.

However, copyright is often difficult to determine with certainty, so the phrase is intended to say that AutodeltaGoldenYears.com and RobertLittle.US is unaware of any copyright restriction, but such restrictions may still exist.

In addition, even if the Website Content is unrestricted from a copyright standpoint, there may be other considerations that would limit your use, such as “Right of Privacy” or “Right of Publicity” of the individuals featured in the images, or other contractual restrictions.

For these reasons, AutodeltaGoldenYears.com and RobertLittle.US makes its content available for personal and non-commercial educational uses consistent with the principles of “fair use”.

If you decide to use the Website Content for commercial or other purposes without undertaking to clear all rights, you will be responsible if someone else owns the rights and the owner objects to your use.

Of course, the use of images identified as being the copyright property of the named individuals or groups identified on each page or attached to each image… is prohibited and is subject to the penalty of law as provided by the United States Copyright law and The Bern Convention among other relevant laws and protections.

Richtlinie dieser Website in Bezug auf die Verwendung von Bildern, deren Rechteinhaber nicht bekannt oder anderweitig nicht identifizierbar ist:

AutodeltaGoldenYears.com. und RobertLittle.US stellen Abbildungen, insbesondere Fotos, zur Verfügung, die als "keine bekannte Copyright-Beschränkung" bezeichnet werden. Die Formulierung "keine bekannte Copyright-Beschränkung" bedeutet, dass AutodeltaGoldenYears.com und RobertLittle.US. nach bestem Wissen und Gewissen festgestellt haben, dass die Abbildungen/Fotos wahrscheinlich nicht urheberrechtlich geschützt sind und sich aller Wahrscheinlichkeit nach in der Public Domain befinden.

Allerdings ist es oft schwierig, das Urheberrecht mit Sicherheit zu bestimmen, so dass der Satz besagt, dass AutodeltaGoldenYears.com und RobertLittle.US keine Kenntnis von urheberrechtlichen Beschränkungen haben, aber solche Beschränkungen dennoch bestehen können.

Darüber hinaus kann es, selbst wenn der Inhalt der Website aus urheberrechtlicher Sicht uneingeschränkt ist, andere Erwägungen geben, die Ihre Nutzung einschränken können, wie z.B. das "Recht auf Privatsphäre" oder das "Recht auf Öffentlichkeit" der auf den Bildern abgebildeten Personen oder andere vertragliche Einschränkungen.

Aus diesen Gründen stellt AutodeltaGoldenYears.com und RobertLittle.US seine Inhalte für persönliche und nicht-kommerzielle Bildungszwecke in Übereinstimmung mit den Grundsätzen des "fair use" zur Verfügung.

Wenn Sie sich entscheiden, den Inhalt der Website für kommerzielle oder andere Zwecke zu nutzen, ohne sich zu verpflichten, alle Rechte zu klären, sind Sie dafür verantwortlich, wenn jemand anderes die Rechte besitzt und der Eigentümer Ihrer Nutzung widerspricht.

Natürlich ist die Verwendung von Bildern, die als urheberrechtliches Eigentum der auf jeder Seite genannten Einzelpersonen oder Gruppen gekennzeichnet sind oder die jedem Bild beigefügt sind, verboten und wird entsprechend dem Urheberrechtsgesetz der USA und der Berner Konvention neben anderen relevanten Gesetzen und Schutzmaßnahmen geahndet.

Politica di questo sito web riguardo l'uso di immagini la cui proprietà non è nota o è altrimenti non identificabile.

AutodeltaGoldenYears.com e RobertLittle.US forniscono immagini, in particolare fotografie, alle quali si fa riferimento come non aventi "nessuna restrizione di copyright nota". La definizione "nessuna restrizione di copyright nota" sta ad indicare che AutodeltaGoldenYears.com e RobertLittle.US hanno determinato, al meglio delle proprie capacità e sulla base delle informazioni e conoscenze disponibili, che è implausibile che le immagini siano protette da copyright, e che pertanto con ogni probabilità sono di dominio pubblico.

Tuttavia il copyright è spesso difficile da determinare con certezza, per cui con tale definizione si intende dire piuttosto che AutodeltaGoldenYears.com e RobertLittle.US non sono a conoscenza di alcuna restrizione sul copyright, sebbene tali restrizioni possano comunque esistere.

Inoltre, anche nei casi in cui il contenuto del sito web sia privo di limitazioni dal punto di vista del copyright, ciò non esclude che possano esserci altre considerazioni che ne limitino l'utilizzo, come il diritto alla privacy o il diritto all’immagine delle persone presenti nelle fotografie, o restrizioni di tipo contrattuale.

Per questi motivi, AutodeltaGoldenYears.com e RobertLittle.US rendono i propri contenuti disponibili per usi educativi personali e non commerciali, in conformità ai principi del "fair use".

Qualora decidessi di usare il contenuto del sito web per scopi commerciali o di altro tipo senza la previa acquisizione di tutti i diritti, sarai responsabile se qualcun altro detiene tali diritti e si oppone al tuo utilizzo.

Naturalmente, l'uso di immagini contrassegnate come protette da copyright di cui sono titolari individui o gruppi identificati in ciascuna pagina o allegati a ciascuna immagine, è proibito ed è soggetto alle sanzioni previste dalla legge sul copyright degli Stati Uniti e dalla Convenzione di Berna, oltre che dalle altre leggi e protezioni pertinenti.